Curata da Rolando Bussi e accuratamente trascritta da Carlo Giovannini, la "Cronaca di Modena" è un manoscritto in nove volumi conservato nella cosiddetta "Camera Segreta" dell'Archivio Storico Comunale di Modena. Copre un arco di tempo che va dal 1588 al 1636 e si deve alla penna di Giovan Battista Spaccini, gentiluomo modenese vicino alla corte estense, il quale annotava giorno per giorno in alcuni quadernetti la cronaca cittadina, trascrivendola poi in bella calligrafia in un grande in-folio di ben 3232 pagine. In questo sesto volume, Giovan Battista Spaccini prende le mosse dalla grande peste del 1630, la tragica epidemia di manzoniana memoria che anche a Modena miete migliaia di vittime determinando una crisi economica e sociale di gravi proporzioni. Lo Spaccini dà notizia dell'evento con toni di accesa drammaticità e gran dovizia di episodi raccapriccianti, mentre in seguito, placatasi la furia del morbo, riprende a soffermarsi sui più minuti accadimenti della cronaca cittadina, dai più cruenti ai più pettegoli, dando conto con un linguaggio colorito e trascinante, gremito di dialettismi, di truffe e misfatti di ogni genere, fatti di sangue, disavventure coniugali, brillanti carriere e repentine disgrazie, tutto riconducendo alla magnanima ma occhiuta vigilanza della corte ducale.