Un inno di marmo e di pietra. Un'antologia della cultura figurativa del Duecento fiorentino. L'emblema dei valori religiosi e civili, degli ideali e delle utopie formulati da Firenze in una fase cruciale della sua storia. Tutto questo è il Battistero di San Giovanni, il tempio più illustre e antico della città e uno scrigno di capolavori in cui, accanto ai marmi policromi e ai bronzi dorati, sfolgorano nella volta i preziosi mosaici, coronamento fisico e concettuale di un monumento d'arte e di cultura che nello splendore smaltato delle tessere vitree assomma a suggestioni antiche la recente fascinazione dell'arte bizantina.
Anna Maria Giusti, laureata a Firenze nel 1974 con una tesi sulla miniatura del Duecento senese, dal 1976 lavora all'Opificio delle Pietre dure di Firenze, come direttrice del Museo e dei settori di restauro dei bronzi e del mosaico. Pur dedicando gran parte della sua attività e studi ai temi della conservazione e alla storia artistica dell'Opificio, non ha abbandonato la sua prima vocazione di medievalista, della quale è frutto lo studio che qui si presenta.