Gli Este furono tra i maggiori promotori delle arti nella storia d’Italia. Il libro, catalogo della mostra Splendori delle corti italiane: gli Este. Rinascimento e Barocco a Ferrara e Modena (Venaria Reale, 8 marzo - 6 luglio 2014) celebra il loro mecenatismo, seguendo per la prima volta il percorso artistico della famiglia attraverso il Cinquecento e il Seicento, due secoli divisi dalla Devoluzione di Ferrara al Papato, che nel 1598 causò il trasferimento della corte dall’antica sede alla nuova capitale, Modena. Attraverso l’arte e il collezionismo è possibile ricomporre la continuità e il legame, spezzati bruscamente dalla storia, tra le due capitali estensi.
Il catalogo (a cura di Stefano Casciu e Marcello Toffanello, Franco Cosimo Panini Editore) presenta e descrive analiticamente le opere esposte in mostra, ripercorrendo così due secoli di capolavori, da Cosmè Tura a Dosso Dossi, da Correggio a Tiziano, da Guercino a Velázquez.
I saggi ricostruiscono la storia della dinastia estense dal Cinquecento al Settecento, indagando il ruolo del mecenatismo nel quadro delle ambizioni politiche dei duchi, la storia delle collezioni, la magnificenza della corte di Francesco I (cu si devono i Palazzi Ducali di Modena e Sassuolo), il rapporto con la casata Savoia e la straordinaria ricchezza della libreria ducale, nucleo della futura Biblioteca Estense Universitaria di Modena.
Il catalogo approfondisce inoltre alcuni temi più specifici della storia degli Este: le genealogie della famiglia, che secondo il mito discendeva dal troiano Antenore; le donne del casato (emblematica la vicenda di Laura Martinozzi, definita «il miglior duca di Modena»); il devastante terremoto del 1570, per contrastare il quale gli scienziati del tempo proposero al duca di allagare le zone appena bonificate; la musica nel Cinquecento a Ferrara e nel Seicento a Modena (Alfonso I nutriva per la musica «una passione violenta ed esclusiva»).
Nel volume non manca infine un approfondimento sulle gravi conseguenze del sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio 2012 e sul recupero delle opere d’arte – molte delle quali riconducibili al periodo estense – danneggiate o messe in pericolo dal terremoto.
I saggi sono firmati da Luca Bellingeri, Stefano Casciu, Paolo Fabbri, Davide Gasparotto, Barbara Ghelfi, Angela Ghinato, Emanuela Guidoboni, Andrea Merlotti, Giovanni Ricci e Marcello Toffanello.