Il volume - catalogo della mostra in programma a FMAV di Modena e all'Ulster Museum di Belfast - è la prima monografia pubblicata in Italia dedicata all'artista nordirlandese Willie Doherty, noto a livello internazionale per il suo lavoro fotografico e videoinstallativo. Il catalogo, in italiano e inglese, comprende i testi critici di Anne Stewart (Ulster Museum), Daniele De Luigi (FMAV) e Declan Long (National College of Art and Design, Dublino), che contestualizzano l’opera di Doherty soffermandosi in particolare sulla centralità del concetto di confine nel suo lavoro. Il volume presenta inoltre tutte le opere (fotografiche e video) esposte a Modena e a Belfast, dando ampio spazio al lavoro realizzato appositamente per la mostra, la videoinstallazione Where / Dove, di cui è riportata la trascrizione integrale del testo, suggestivo e perturbante.
La mostra, curata da Daniele De Luigi e Anne Stewart, è co-prodotta da FMAV e National Museums Northen Ireland nell'ambito della UK/IT Season 2020 "Being Present" del British Council". Al centro della mostra, la prima personale di Willie Doherty in Italia, vi è il concetto di confine: lo spettatore è chiamato a mettere in discussione le proprie convinzioni sul suo valore e significato, scoprendone la complessità e i numerosi risvolti politici, sociali e psicologici. Questo avviene, non a caso, in un momento storico in cui la tematica dei confini è di un’attualità sempre più stringente non solo nel Regno Unito, a seguito dell’uscita dall’Unione Europea che traccerà nuovamente la frontiera con l’Irlanda, ma anche a livello globale in un’epoca segnata da migrazioni e pandemie. Il lavoro di Willie Doherty ha origine dalle esperienze vissute a Derry, sua città natale. Situata all’estremità occidentale dell’Europa, al confine tra Regno Unito e Irlanda, Derry è un luogo dove la complessità storica e politica ha modellato l’esperienza fisica e psicologica del paesaggio. Doherty affronta, in modo particolarmente acuto e tagliente, temi inerenti l’eredità del colonialismo e del conflitto e le linee di frattura, tanto reali quanto percepite, che dividono gli individui e le comunità.
"La condizione del vivere lungo un confine – con tutte le variabili confuse e le certezze imposte, le dimostrazioni di potere dure e quelle sottili, il dualismo tra l’insinuare la prigionia o la fuga – ha avuto un’influenza significativa sul teso senso di incertezza dello sguardo di Doherty. [...] La comprensione del confine attraverso le sue multiple dimensioni – nello spazio e nel tempo, interiori ed esteriori, visibili e invisibili – è un anelito che Willie Doherty trasferisce nel suo lavoro. Un’aspirazione che invoca il coinvolgimento dello spettatore, compreso chi è stato vittima di quel potere, in un percorso di abbandono delle proprie difese per avvicinarsi all’altro, fino a farne misura di se stesso. In questo risiede la sua profonda responsabilità etica di artista."
Declan Long